venerdì 20 febbraio 2009

Il problema delle maiuscole

Ieri sera un amico, docente a scienze politiche presso l’Università di Siena, mi ha telefonato perché gli era sorto un dubbio improvviso sul problema delle maiuscole.
Al volo il mio consiglio è stato: “in caso di dubbio scrivi in minuscolo. Se sbagli per troppe maiuscole fai la figura del cafone, in caso contrario alla peggio sarai considerato uno snob”.
Poco dopo gli ho inviato la mail che riporto.“La regola grammaticale è questa: le maiuscole si usano (solo) per i nomi propri di persone o di cose.
Pertanto sembra corretto scrivere:
Lega Nord
Radicali Italiani
Università degli Studi di Firenze
Beninteso, in altri casi "nord", “italiani” e "università" vanno scritti minuscolo. Per esempio "Le università italiane si trovano tutte a nord di Lampedusa".
Sembra facile, ma l’interpretazione della regola non sempre è semplice e conduce a discussioni infinite anche tra puristi.
Si scrive "fiume Po" ma si scrive "Fiume Giallo". Nel primo caso, infatti, "Po" può stare anche da solo ("Ho fatto il bagno nel Po", nel secondo entrambe le parole fanno parte inscindibile del nome. Se abitassimo dalle parti del Fiume Giallo probabilmente dovremmo comportarci in modo inverso.
Si scrive "Il presidente Napolitano", "papa Giovanni" (altri preferiscono Papa Giovanni e sbagliato non è), ma, se non accompagnato dal nome di persona, andrebbe scritto "il Papa disse", "Il Presidente disse". Su questo non tutti sono d'accordo. Mi riferisco ai puristi, non agli antipapisti e ai monarchici che, di certo, non hanno dubbi. Si scrive "La lingua italiana" ma si deve scrivere "l'Italiano è portato alla musica" perché in questo caso l'aggettivo "italiano" è diventato come il nome proprio di un gruppo di individui.
Si scrive "La regione Toscana", "la squadra di calcio toscana".
Dio andrebbe scritto in maiuscolo (a meno di non essere atei) e dèi minuscolo:"La dea Venere".
Sole, terra, luna ecc., che sono certamente nomi propri, si scrivano invece in minuscolo fuori dal linguaggio rigorosamente scientifico.
Aldo Gabrielli prima dice che i titoli andrebbero scritti tutti con lettere maiuscole (I Promessi Sposi, La Divina Commedia) ma poi tentenna al pensiero di titoli lunghi. Gli vengono in mente "Niente di nuovo sul fronte occidentale" o "Figurine del mondo vecchio e del secolo nuovo" e conclude. "Certo, dopo il consiglio ora dato, c'è da rimanere interdetti. Vado a guardare il catalogo mondadoriano: tutte minuscole, salvo, s'intende, la prima iniziale. E credo che sia la risoluzione migliore, perché in certi casi è bene metter da parte la regola e guardare alla logica: anche l'occhio vuol la sua parte. E poi, su una cosa credo che tutti, grammatici e non grammatici, vadano d'accordo: meno maiuscole useremo e tanto meglio sarà".
Nella pratica è invalso l’uso di mettere in maiuscolo tutte le parole di un ente e di usare la maiuscola solo per la prima parola per il titolo di un libro. La regola ha perso un po’ di coerenza. Forse non sarebbe male estendere l'uso invalso nello scrivere i titoli dei libri anche agli enti: “Federazione scacchistica italiana” o “Ministero della pubblica istruzione”.
Qui mi addentro in un campo un po’ minato. Nei documenti burocratici preferisco tutto maiuscolo, in un romanzo preferisco veder scritto come se fosse il titolo di un libro.
Io, almeno, quando nessuno mi vede, mi comporto così.

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